08 Gennaio 2024

I BRICS RADDOPPIANO

Il 2024 ha allargato l’orizzonte dei Paesi BRICS, cui hanno aderito Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Iran, ma non l’Argentina, il cui neopresidente Millei ha inviato, lo scorso 29 dicembre, una lettera agli Stati membri, definendo “non opportuno” l’ingresso del suo Paese nell’alleanza. Che rafforza, comunque, le sue ambizioni politiche.
“Adotteremo tutte le misure possibili per promuovere, nel rispetto delle tradizioni e basandoci sull’esperienza accumulata dall’organizzazione negli anni precedenti, l’integrazione armoniosa dei nuovi partecipanti in tutti i formati della sua attività. Naturalmente, si terrà conto della disponibilità di molti altri paesi, che sono circa una trentina, di unirsi in qualche modo ai Brics, alla nostra agenda diversificata”, parola di Vladimir Putin, che il 1° gennaio ha assunto la Presidenza del gruppo BRICS. Ciò che colpisce, di tale affermazione, non è la ovvia manifestazione di apertura ai nuovi arrivati (uno dei quali, l’Arabia Saudita, è anche parte del G20), bensì la prospettiva di allargamento ad altri trenta Paesi, al momento ancora sconosciuti. Nella nuova formazione i BRICS rappresentano circa 3,5 miliardi di persone, pari al 45% della popolazione mondiale, il 28% dell’economia globale e il 44% della produzione di petrolio. Senza contare il progetto di una moneta unica, alternativa al dollaro, recentemente rilanciato proprio dall’Iran, Paese oggi al centro delle tensioni presenti in Medio Oriente e sanzionato dalla UE come la Russia; sarà interessante verificare la compatibilità delle sue posizioni con Brasile, Cina e India, ricordando come Brasile e Sudafrica saranno, nel 2024 e nel 2025, presidenti di turno del G20, creando un intreccio geopolitico assai stimolante e interessante.

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