04 Marzo 2024

IL PARLAMENTO UE DECLINA IL NUOVO CDU

La più importante riforma dell’Unione doganale dalla sua nascita, avvenuta il 1° luglio 1968: queste parole ha vergato la Commissione UE, presentando lo scorso anno il proprio progetto di riforma dell’ormai vetusta Unione doganale e sottoponendo il testo dei provvedimenti novellati al vaglio degli altri poteri unionali. Il Parlamento, da poco, ha risposto.
La proposta di riforma dell’Unione doganale, presentata dalla Commissione UE nel maggio dello scorso anno, si risolve in tre distinti provvedimenti giuridici: la riforma del Codice doganale unionale, un regolamento del Consiglio sul trattamento tariffario semplificato per le vendite a distanza e l’eliminazione della soglia di franchigia dai dazi doganali e una direttiva del Consiglio su un regime speciale per le vendite a distanza di beni importati da paesi terzi e l’Iva sulle importazioni. Il Parlamento agisce in qualità di co-legislatore in relazione al nuovo Codice doganale e, a fine febbraio, ha votato il proprio progetto di relazione, che sarà sottoposto all’assemblea plenaria, presumibilmente, nel mese di marzo e il cui iter sarà getto dal nuovo organo elettivo che uscirà dalle urne di giugno. Semplificare ulteriormente le procedure, selezionare i controlli, concentrando l’attenzione sulle piattaforme di gestione e-commerce, chiarire l’elaborazione e l’accessibilità dei dati, creare una piattaforma per i whistleblowers, facilitare l’approccio ai mercati e ridurre gli oneri per le aziende, soprattutto per le PMI. Ma, in primis, anticipare l’operatività dell’EU Customs data Hub rispetto alla tempistica ipotizzata dalla Commissione UE, prima del 2028, almeno come progetto pilota volontario; a conferma della centralità della digital transformation e del Data Act Reform anche nella loro declinazione doganale.

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