03 Novembre 2021

NUOVA ZELANDA, UN ACCORDO “POLITICO”?

Il Regno Unito ha siglato un accordo di libero scambio con la Nuova Zelanda che, a suo dire, andrà a beneficio dei consumatori e delle imprese. Il primo ministro Boris Johnson ha affermato che l’accordo ridurrà i costi per gli esportatori e aprirà il mercato del lavoro della Nuova Zelanda alle imprese UK.

Il governo spera che sia un passo verso l’adesione a un “club commerciale” con attori protagonisti come Canada e Giappone, un nuovo capitolo nel necessario espansionismo commerciale britannico. E’ improbabile che l’accordo aumenti la crescita economica del Regno Unito, secondo le valutazioni del governo britannico. Tuttavia, proseguendo sulla strada recentemente avviata con l’accordo commerciale concluso con l’Australia, il Regno Unito spera che questo costituisca un passo verso l’adesione al Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership (CPTPP), un blocco commerciale che comprende Australasia, Canada, Messico e Giappone, tra gli altri. UK ha già stretto accordi con molti dei membri CPTPP, ma l’adesione a quest’ultimo favorirebbe l’accesso a un vasto mercato in termini di servizi e commercio digitale. In termini di commercio globale, anche secondo l’analisi dello stesso governo del Regno Unito, questo accordo di libero scambio tariffario non comporterà alcuna differenza in termini di incremento del PIL: complessivamente il commercio tra i due paesi è inferiore allo 0,2% del totale del Regno Unito e nel 2018 la Nuova Zelanda si è classificata solo al 53° posto tra i partners commerciali UK.

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