07 Luglio 2022

IRLANDA DEL NORD, SIAMO ALLE SOLITE

La Camera dei Comuni UK, con 295 voti a favore e 221 contrari, ha approvato un progetto di legge che, di fatto, modifica il Protocollo allegato all’Accordo di Recesso; per il governo inglese si tratta di un provvedimento “sia necessario che legale e non esiste altra opzione per riparare i problemi che l’accordo ha creato”

A volte tornano, anzi, a volte non se ne vanno proprio. Il “tormentone Irlanda del Nord” (con tutto il rispetto per una splendida isola, martoriata da troppo tempo dall’ignoranza e dalla ferocia altrui), in linea con la stagione estiva, riecheggia su (quasi) tutti i media. Colpa, as usual, del governo UK, il cui disegno di legge consentirebbe di modificare l’architettura dei controlli post-Brexit sui beni inviati dalla Gran Bretagna all’Irlanda del Nord, controlli spostati in mare (cioè nei porti e negli aeroporti) per volere di Londra, ma invisi agli unionisti filo-britannici. E’ vecchia di un paio di mesi la notizia che vedeva il Ministro degli Esteri Liz Truss quale strenuo sostenitore di un testo di legge che eliminasse la necessità dei controlli tra UK e Irlanda del Nord e sottraesse quest’ultima al rispetto della normativa UE; non in violazione del Withdrawal Agreement, ma semplicemente quale anticipo delle conclusioni dei negoziati in corso, troppo lenti per lo zelante ministro britannico. E la UE? Parla di un progetto illegale, contro il diritto internazionale, ma attende l’approvazione definitiva, prima di intervenire a tutela del mercato unico. Film già visto, lettere di messa in mora, termini scaduti, un ripetitivo nulla di fatto, perché a nessuno conviene disapplicare il TCA. E, poi, l’affaire Johnson…

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