24 Gennaio 2022

QUALE 2022 PER IL COMMERCIO GLOBALE?

La pandemia che non accenna a rallentare, le istanze inflazionistiche che, in alcuni Paesi, USA in primis, hanno ripreso a correre, una situazione geopolitica instabile, le incertezze della WTO sono solo alcuni degli spetti in grado di influenzare i dati previsionali del commercio globale nell’anno appena iniziato.

Un dato, per cominciare: la World Bank ha ridotto dal 4,3% al 4,1% la percentuale di crescita del PIL globale 2022: la pandemia continua a colpire non solo la salute, ma anche il portafoglio di tutti i cittadini del mondo. Se nemmeno una sfera di cristallo potrebbe decifrare gli effetti della variabile sanitaria sugli scambi commerciali, maggior fortuna non incontriamo nemmeno vaticinando le sorti delle politiche internazionali: i rapporti USA-Cina, le elezioni di mid-term americane, il XX Congresso del partito comunista cinese, l’entrata in vigore del RCEP nell’area asiatica e gli effetti dell’AfCFTA sul mercato africano, ritardi logistici e noli se non in crescita, almeno stabili, l’approccio UE, or più marcatamente pro USA, costituiscono variabili ad oggi indecifrabili. La crescita del 23%, rispetto all’anno 2020 (+11% rispetto all’era pre-COVID), registrata nell’anno appena terminato dallo scambio globale di beni potrà continuare? Il Fondo Monetario Internazionale pronostica un +4,9%, ma la WTO avverte: gestione della proprietà intellettuale legata ai vaccini, e-commerce, carbon border adjustment mechanism, proposto dalla UE per incoraggiare i produttori di Paesi terzi a rendere più ecologici i processi produttivi costituiscono sfide decisive per le sorti del commercio.

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