23 Luglio 2022

DOPO IL PETROLIO, COLPITO L’ORO RUSSO

Il pacchetto “maintenance and alignment”, approvato ieri dal Consiglio UE e già diventato provvedimento normativo, costituisce un passo importante per ridurre la capacità della Russia di continuare e finanziare la guerra di aggressione contro l’Ucraina, andando a colpire l’esportazione del bene più significativo, dopo l’energia, ovvero l’oro.

È vietato acquistare, importare o trasferire, direttamente o indirettamente, oro e gioielli originari della Russia ed esportati dalla Russia nell’Unione europea o in qualsiasi Paese terzo dopo il 22 luglio 2022. Questa l’ultima misura, diventata obbligo vincolante per tutti i soggetti economici unionali ieri, ideata dal consiglio per tentare di arginare le possibilità di finanziamento russe del conflitto in Ucraina; essendo, ormai, chiaro come sia indefinito l’orizzonte temporale della guerra, si lavoro su misure a medio e lungo termine, come le restrizioni nel campo del petrolio e, ora, quelle sui metalli preziosi, sperando di “tagliare i viveri” all’economia russa. Ma le sanzioni non possono pregiudicare i diritti fondamentali dell’uomo: “l’Unione è impegnata ad astenersi dall’applicare qualsiasi misura da cui possa scaturire insicurezza alimentare in tutto il mondo. Pertanto, nessuna delle misure nel presente regolamento né di quelle precedentemente adottate in considerazione delle azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina riguarda in alcun modo gli scambi di prodotti agricoli e alimentari, frumento e fertilizzanti compresi, tra paesi terzi e Russia”. Oggi in Turchia raggiunto un accordo Russia-Ucraina sul grano: ma è preferibile non farsi troppe illusioni.

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