22 Aprile 2022

SUPPLY CHAIN SHOCK SENZA FINE

Non si è mai abbastanza pronti, soprattutto per dolori e danni. Ma prepariamoci: l’epidemia che si trascina in Cina causerò nuovi problemi alle catene di approvvigionamento e chi prefigura congestioni a livello globale non sembra poi tanto lontano dalla verità, se esaminiamo la situazione paradossale di Shangai (do you remember Shentzen?)

Un diverso approccio metodologico alla lotta al virus, indubbiamente: circoscriverlo da un punto di vista geografico, assediarlo, imprigionare una città o una regione, soffocarne la resistenza e così via, all’infinito; un nemico da combattere con la forza, non una compagnia scomoda di cui accettare la compagnia, rendendola il meno offensiva possibile: la via “militare” cinese al Covid non è mutata, la città di Shanghai ne è un fulgido esempio. Che non blocca solo una metropoli tra le più moderne, dinamiche e connesse al mondo, centro strategico per automotive ed elettronica, ma tiene in ostaggio la catena di approvvigionamento globale. Un anno fa, alla riapertura del terminal Yantian nel porto di Shentzen centinaia di migliaia di containers si riversarono in Europa e Stati Uniti, causando ingorghi nei mari e tempi di consegna triplicati. Questa volta, potrebbe essere peggio. Geodis riferisce che i conducenti di camion nell’area di Shanghai sono costretti ad aspettare fino a 40 ore a determinati ingressi autostradali; nessuna presa per i containers refrigerati; i noli Asia East Cost USA sono diminuiti del 7% da marzo, ma le compagnie marittime, come già in passato, probabilmente ridurranno la capacità di carico per impedire alle tariffe di crollare. C’è di che stare allegri…

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