07 Aprile 2022

UE-CINA, UN SUMMIT DI GUERRA

Si è tenuto lo scorso 1° aprile, in videoconferenza, il 23° summit bilaterale tra Ue e Cina, occasione unica per fare il punto sulle rispettive posizioni riguardo il conflitto russo/ucraino, nonché per delineare un quadro sistematico delle relazioni bilaterali, influenzato dagli avvenimenti nefasti degli ultimi anni.

“In tempi di crisi, il dialogo è più che mai necessario. Ecco perché ci siamo concentrati su cosa si può fare per porre fine a questa guerra il prima possibile. L’UE e la Cina hanno convenuto che questa guerra sta minacciando la sicurezza globale e l’economia mondiale. Questa instabilità globale non è nell’interesse della Cina e non nell’interesse dell’UE. Condividiamo la responsabilità di lavorare per la pace e la stabilità. Chiediamo alla Cina di aiutare a porre fine alla guerra in Ucraina. La Cina non può chiudere un occhio sulla violazione del diritto internazionale da parte della Russia. Questi principi sono sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite e dai principi sacri alla Cina”. Parole chiare, quelle pronunciate da Charles Michel al termine del vertice. Per quanto riguarda le relazioni commerciali ed economiche, è stata oggetto di discussione la modalità per renderle più eque e per garantire la reciprocità; argomenti scomodi per le autorità cinesi il trattamento discriminatorio nei confronti della Lituania, già denunciato dalla Ue in sede WTO, Taiwan e l’importanza di preservare la stabilità nello Stretto di Taiwan, le sfide in Afghanistan, la situazione in Myanmar e nella penisola coreana. E un doveroso accenno al rispetto dei diritti umani in Xinjiang, Hong Kong, Tibet, Mongolia.

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