22 Aprile 2022

QUANDO LE SANZIONI NON BASTANO

Otto settimane hanno trasformato la guerra da atroce nemica ad atroce compagna di viaggio, convertendo la paura dell’espansione del conflitto in Europa in paura degli equilibri post-bellici. Il tempo è sempre l’ago della bilancia. Riusciranno le armi economiche a sconfiggere la Russia? Forse, con qualche decisione coraggiosa.


Solo il 19% degli Stati ha deciso di colpire economicamente Putin; certo, rappresenta il 59% dell’economia mondiale, ma siamo sicuri che sanzioni secondarie, applicate ai Paesi che ancora fanno affari con la Russia, non gioverebbero alla causa? E che dire del Parlamento europeo, che vota a larga maggioranza il blocco delle importazioni di gas e petrolio come misura repressiva definitiva, consapevole che versare 15 miliardi di euro al mese, come avvenuto a marzo, nelle casse russe difficilmente velocizzerà la fine del conflitto? Del resto, USA e UK non hanno preferito boicottare le fonti energetiche russe, a differenza dell’approccio più morbido della UE? E anche quando la Banca Centrale russa paventa un default ormai vicino, qualche dubbio (legittimo) sorge, se pensiamo a quanto paghiamo petrolio e gas. Perchè, paradosso, più gas e petrolio diminuiscono, più ne compriamo dalla Russia, più il prezzo sale (perchè cresce la domanda), più noi paghiamo in bolletta e al distributore. Cerchiamo alacremente fonti, cioè Paesi fornitori, alternative,

sapendo che non potranno sopperire completamente ad un eventuale blocco dei rubinetti russi; ma senza tale decisione, molti sostengono la guerra ci accompagnerà ancora a lungo. Siamo pronti?

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